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La Chemioterapia è devastante?

La chemioterapia: è così devastante come molti dicono?

I trattamenti chemioterapici nell’immaginario collettivo sono qualcosa di disastroso. La sola parola chemioterapia incute un terrore spesso esagerato.

Certamente molti dei farmaci usati in passato erano gravati da effetti collaterali minacciosi e notevolmente disturbanti ma attualmente abbiamo a disposizione ottimi antidoti per questi.

Non solo: l’oncologia sta cambiando e con essa i farmaci impiegati. I chemioterapici di ultima generazione risultano molto ben tollerati pur non essendo certo dei ricostituenti.

Non possiamo d’altra parte pensare di fare a meno di un’arma come la chemioterapia e dobbiamo considerare che l’approccio vincente verso la malattia oncologica è l’approccio multimodale e multidisciplinare. Il nemico da affrontare è forte ed insidioso ma iniziamo ad avere armi di tutto rispetto.


Dr. Carlo Pastore

Ipertermia nel paziente Anziano

Il paziente anziano e l’ipertermia

In una popolazione che sta invecchiando questa tipologia di paziente rappresenta ormai una buona parte dell’insieme degli ammalati. Con tutte le problematiche e le cautele che ne derivano.

Somministrare dei trattamenti chemioterapici in età oltre i 75 anni impone delle attenzioni particolari e spesso delle riduzioni di dosaggio. Il chemioterapista lavora “sul filo del rasoio”. Infatti è necessario mantenersi sul confine tra tossicità e effetto benefico, non rinunciando a quella intensità di dose indispensabile per una efficacia terapeutica.

L’ipertermia si colloca in quest’ottica come un valido ausilio. Il calore erogato in profondità sull’organo ammalato consente un migliore afflusso sanguigno locale con migliore distribuzione dei chemioterapici, inoltre stimola localmente il sistema immunitario nel combattere la malattia e cosa molto importante esercita un effetto pro-apoptotico diretto.

Importantissimo poi nel setting del paziente over 75 è l’aspetto nutrizionale. L’apporto trofico minimale deve essere garantito a maggior ragione nei pazienti neoplastici nei quali il tumore consuma risorse utili dell’organismo lavorando in perdita.

Può essere molto utile in questo caso tentare di stimolare l’appetito farmacologicamente ma anche instaurare una nutrizione con sondino naso-gastrico ed annesse sacche nutrizionali. Così si può tentare di combattere la sindrome anoressia-cachessia che spesso accompagna soprattutto determinate forme tumorali.

Dr. Carlo Pastore

Farmaci Antiblastici: Il Raltitrexed

Farmaci Antiblastici: Il Raltitrexed

Il Raltitrexed è un farmaco antiblastico impiegato da solo od in associazione, prevalentemente nelle neoplasie del colon-retto, in fase adiuvante o metastatica.

Si tratta di una antimetabolita. Il raltitrexed è dal punto di vista chimico simile all’acido folico ed agisce mediante l’inibizione di un enzima denominato timidilato sintetasi impiegato dalle cellule (sia tumorali che sane) nella biosintesi delle pirimidine.

Tale farmaco risulta attivo nelle cellule dopo la poliglutammilazione che consente la sua persistenza nell’ambiente cellulare a lungo. Inibendo la sintesi delle pirimidine, il raltitrexed interferisce con la naturale costituzione del DNA e dell’RNA.

Viene somministrato per via endovenosa con cicli da ripetere ogni 21 gg. Molto ben tollerato, può essere efficacemente impiegato anche nella terapia di pazienti anziani. Raramente si osservano effetti collaterali degni di nota, presentando il farmaco un buon profilo di tollerabilità.

(Franchi F, Pastore C, Caporale A, Fabiani O, Rossi L, Seminara P. Favorable toxicity profile of raltitrexed in elderly patients treated for colorectal cancer: a case series . Gerontology. 2003 Sep-Oct;49(5):324-7).

 

Dr. Carlo Pastore

 

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