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Chemioterapia ipertermica intratoracica HITHOT

polmoni

La carcinosi pleurica (CP) colpisce ogni anno circa 150 000 persone negli Stati Uniti ed è correlata ad una prognosi infausta rappresentando la prima causa di ospedalizzazione in tali pazienti.

Nei quadri avanzati il trattamento palliativo consiste nell’evacuazione del liquido pleurico, in gran parte responsabile del corredo sintomatologico e nella prevenzione della recidiva del versamento pleurico stesso mediante tecniche di pleurodesi.


La Carcinosi Pleurica  può essere causata da:

1) Neoplasie intratoraciche

Tra le neoplasie intratoraciche, il tumore del polmone è di gran lunga il più frequente. In questo caso la carcinosi pleurica, raramente mostra benefici da un trattamento loco-regionale combinato, mentre disponiamo di un’ampia gamma di farmaci target e di nuove immunoterapie che mostrano incoraggianti risultati nel contenimento della malattia.

Un'altra neoplasia intratoracica in cui si sono ottenuti buoni risultati con trattamenti combinati loco-regionali a livello pleurico è il Mesotelioma Pleurico Maligno (MPM). Tale neoplasia si associa nella gran parte dei casi all’esposizione alle polveri di amianto e di soklito possono passare dai 15 ai 40 anni dall’esposizione all’insorgenza di tale neoplasia.

Il MPM ha un carattere estremamente aggressivo ed interessa la pleura in toto; pertanto la sua eradicazione completa con la sola chirurgia è considerata teoricamente non ottenibile proprio per l’aggressività e le caratteristiche di diffusione locale. Le sopravvivenze si aggirano in media attorno ai 6-20 mesi a seconda del tipo istologico. La chemioterapia così come la radioterapia hanno mostrato tassi di risposta non soddisfacenti e tuttora tale neoplasia è considerata orfana di un trattamento realmente efficace.

Anche altre neoplasie intratoraciche, risultano orfane di trattamenti efficaci oltre alla chirurgia ed è questo il caso dei tumori epiteliali del timo (TIMOMI e CARCINOMI TIMICI) con metastasi pleuriche. Tali neoplasie, che risultano controllabili con ampio successo negli stadi precoci, quando danno interessamento pleurico sono difficilmente gestibili con la sola chirurgia e non sono particolarmente responsivi alle comuni chemioterapie.

2) Neoplasia extratoraciche

Tra le neoplasie extratoraciche associate a carcinosi pleurica, la maggioranza prevede trattamenti sistemici con efficacia più o meno soddisfacente e standardizzata da vari protocolli clinici.
Alcune neoplasie, come quelle ovariche, sembrano avere un particolare tropismo a livello pleurico e tendono spesso a recidivare ad esclusiva localizzazione pleurica. Comunemente il trattamento è sistemico (ad intento curativo) e locale (ad intento palliativo).

In una percentuale bassa di casi il coinvolgimento pleurico, oltre che esclusivo, è anche monolaterale. In tali casi, dove la chemioterapia risulta poco efficace (la pleura rappresenta un “ostacolo naturale” per molti agenti citotossici) e la malattia presenta una biologia indolente, sono stati sperimentati trattamenti loco-regionali combinati con intento radicale con sporadici ma incoraggianti risultati a breve e lungo termine.

Un'altra patologia estremamente rara ma indolente e con un particolare tropismo a livello pleurico è lo pseudomixoma peritoneale.
Tale neoplasia è abbastanza indolente, con scarsa potenzialità metastatica ma ha, al tempo stesso, una certa capacità diffusiva loco-regionale, solitamente a livello peritoneale. Raramente lo spread raggiunge anche la superficie pleurica.

In tali casi, trattandosi di patologie indolenti ed orfane di terapie di comprovata efficacia a livello sistemico, potrebbero beneficiarsi di un trattamento loco-regionale combinato.

Tra i trattamenti loco-regionali proposti e con maggiore e comprovata efficacia, la chemioterapia intratoracica ipertermica (HITHOC) è sicuramente la principale risorsa.

L’HITHOC consiste nel perfondere per circa 45-90 minuti la cavità pleurica con una soluzione salina, portata a 41° C - 42,5° C, nella quale vengono immessi farmaci citostatici (che bloccano la proliferazione cellulare) o citotossici (che provocano la morte cellulare).

Come trattamento oncologico ad intento radicale, l’HITHOC può essere applicata a seguito di un intervento di chirurgia citoriduttiva (debulking), quando non è possibile ottenere la resezione tumorale completa (R0), come parte di un trattamento multimodale in varie neoplasie tra cui soprattutto il mesotelioma, il timoma con sconfinamento/recidiva a livello pleurico e lo pseudomixoma peritoneale.

CAMPO DI APPLICAZIONE

Presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS viene fornita, nell’ambito dell’offerta assistenziale sanitaria, la valutazione e l’eventualmente applicazione del trattamento HITHOC dopo chirurgia citoriduttiva al singolo paziente affetto da carcinosi pleurica monolaterale nei seguenti casi:

1) MPM (epiteliode e bifasico) o altra neoplasia primitiva della pleura con disseminazione intratoracica

2) Carcinosi Pleurica da neoplasia epiteliale timica

3) CP da pseudomixoma peritoneale (in controllo generale di malattia)

4) CP da neoplasia ovarica (in controllo generale di malattia)

Questa tecnica sfrutta l'effetto dell'ipertermia del chemioterapico che, a contatto diretto con la superficie coinvolta dalla neoplasia, presenta una maggiormente diffusione nel tessuto neoplastico.

L’obiettivo del trattamento HITHOC è inoltre quello di controllare l’ulteriore diffusione della carcinosi, evitare il riformarsi del versamento pleurico e, nei casi con migliore risposta, di migliorare il controllo locale di malattia limitando gli effetti della chemioterapia sistemica.

Un paziente diviene candidato a trattamento HITHOC individualizzato dopo essere stato sottoposto preliminarmente a valutazione globale da parte di un Tumor Board multidisciplinare composto da più figure specialistiche (chirurgo toracico, oncologo e/o ginecologo oncologo, radiologo ed anatomopatologo).

Dopo la presa visione di tali accertamenti, il Tumor Board formula il programma terapeutico confermando il trattamento chemioterapico intratoracico (HITHOC) in considerazione di vari criteri di eleggibilità dando indicazioni relative alla tipologia di chemioterapico/i da impiegare.

Dott Filippo Lococo
Per contatti ed informazioni: +39 329 4131202

 

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