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Il paziente terminale

Il paziente terminale

Purtroppo questa condizione di malattia non è infrequente. Talvolta ci si deve arrendere all’avanzare di una malattia non arginabile.
Quando ogni tentativo terapeutico risulta ormai vano ed il bilancio rischio/beneficio, tossicità/beneficio è svantaggioso occorre ricorrere alla migliore terapia di supporto.
Alle volte anche la semplice infusione di una soluzione glucosata può alleviare i sintomi di una carenza di zuccheri nell’organismo.
Nell’ambito della palliazione ben venga tutto ciò che allevia la sintomatologia tipica delle fasi terminali di una malattia oncologica. Spesso ci si confronta con il dolore. In questo caso l’ipertermia può trovare ampia indicazione (peraltro trova impiego anche nel dolore da patologia reumatologica).
Può inoltre potenziare l’effetto locale di farmaci antidolorifici assunti per via sistemica facilitandone l’accesso al bersaglio mediante la vasodilatazione.
In queste fasi di malattia occorre assicurare l’apporto trofico minimale ed evitare inoltre la formazione di piaghe da decubito (ad esempio con detersione locale accurata e materassi antidecubito) che spesso si hanno nei pazienti allettati. Non da ultimo è importante l’infusione di quantità adeguate di liquidi facendo attenzione però a non sovraccaricare il paziente.
Dr. Carlo Pastore

Ipertermia: le indicazioni

Le indicazioni della Ipertermia

La lotta ai tumori viene oggi condotta con strategie integrate. La multimodalità dei trattamenti rappresenta, come mi trovo spessissimo a ribadire, la strada migliore per ottenere dei successi.

Accanto alle metodiche classiche di approccio alla malattia che sono rappresentate dalla chirurgia, dalla radioterapia e dalla chemioterapia si affianca l’ipertermia.

Essa risulta indicata in ogni neoplasia solida e nelle neoplasie ematologiche dove vi sia la necessità di far diminuire di dimensione grandi pacchetti linfonodali.

L’abbinamento alle altre metodiche risulta in una maggior efficacia pur potendosi esplicare il trattamento anche da solo qualora non sia possibile l’abbinamento per ragioni legate allo stato generale del paziente.

L’effetto antalgico della metodica non è poi da trascurare (ad esempio essa trova applicazione anche in reumatologia modulando l’intensità della radiofrequenza).

In presenza di versamento pleurico ed ascitico è invece opportuno non effettuare le applicazioni e drenare prima il versamento stesso. Perseguire la qualità di vita oltre ovviamente la quantità è cosa degna di nota a mio avviso.

Dr. Carlo Pastore

Le sindromi paraneoplastiche

Le sindromi paraneoplastiche

La crescita tumorale risulta disturbante per l’omeostasi dell’organismo per due aspetti fondamentali: la compressione con dislocazione di strutture vitali e la produzione di sostanze che interagiscono con le cellule alterandone l’equilibrio.
Le condizioni patologiche legate alla produzione anomala di talune sostanze prendono il nome di sindromi paraneoplastiche.
Numerosi tumori producono ad esempio molecole ad azione simil-ormonale oppure falsi neurotrasmettitori. Il tutto esita in eccessi nell’organismo di alcune sostanze e nella stimolazione casuale di sistemi nervosi con parestesie, disestesie, sindromi miasteniformi.
Il clinico accorto dovrà prestare molta attenzione nello scorgere questi cambiamenti e nell’approfondire le indagini diagnostiche qualora si trovi in condizioni di sospetto.
Lo sappiamo: condizione fondamentale a tutt’oggi è accorgersi per tempo di ciò che sta accadendo in un organismo. Una condizione tumorale scoperta in fase precoce avrà una prognosi senza dubbio migliore qualunque sia il distretto colpito.
Altro aspetto legato alla crescita tumorale ed alla cachessia neoplastica (dimagramento estremo con scadimento delle condizioni generali) di non poco conto è la scarsa capacità delle cellule tumorali di attivare la produzione energetica cellulare in modo deficitario.
Pertanto il tumore si trova nella condizione del parassita che sfrutta l’ospite impoverendolo di risorse. Tutto questo può e deve essere contrastato.
Dr. Carlo Pastore
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