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Attività del sistema immunitario e cancro

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Il ruolo dell'immunità nella lotta al cancro è sempre più chiaro.

Le ultime evidenze ci dicono che non si può prescindere da una attività naturale immunitaria anticancro valida parallelamente rispetto alle ordinarie terapie in oncologia (chemioterapia antitumorale, radioterapia nelle sue varie espressioni, chirurgia (sino alla robotica), ipertermia oncologica).

Stimolare e modulare la reattività del sistema immunitario è compito del clinico medico e si può ottenere un risultato pregevole con sostanze di sintesi quali ipilimumab, nivolumab, pembrolizumab (e similari in via di sperimentazione clinica) in una certa varietà di forme neoplastiche nonché con sostanze di derivazione naturale.

Una parola in più va spesa per le sostanze di derivazione naturale. Esse non possono essere ritenute la panacea per tutti i mali e come modalità esclusiva di trattamento bensì vanno collocate nell'ottica di coadiuvante sinergico. La lotta multimodale al cancro prevede una accurata attenzione ai vari aspetti della patologia ed a tutte le potenziali forme di aggressione nei suoi confronti. Questo anche nella prospettiva, laddove non fosse purtroppo possibile raggiungere la guarigione completa, di migliorare la qualità di vita oltre la quantità.

Prof. Carlo Pastore
Specialista in oncologia

Il tumore (carcinoma) del pancreas operabile

Il tumore (carcinoma) del pancreas operabile

giglioUn caso fortunato. Direi proprio di si data la scarsità di situazioni in cui una neoplasia pancreatica si presenta come operabile.

I pazienti con tumore del pancreas operabile rappresentano non più del 20%. Uscendo dai freddi numeri e dalle percentuali che non amo, possiamo dire che la possibilità di essere sottoposti ad un intervento chirurgico (per quanto spesso assai delicato) con tale tipo di patologia rappresenta una possibilità in più di risoluzione completa.

Certamente l'intervento chirurgico non è sufficiente ma deve essere seguito ed affiancato da tutta una serie di terapie adiuvanti per minimizzare per quanto possibile l'eventualità della recidiva contrastando la (eventuale) malattia minima residua.

Le moderne terapie farmacologiche a disposizione annoverano una serie di preparati dall'efficacia sempre crescente. Lo standard consolidato per la terapia farmacologica delle neoplasie pancreatiche è rappresentato dalla combinazione gemcitabina + nab-paclitaxel (Abraxane). In subordine si può impiegare una combinazione di gemcitabina ed oxaliplatino.

Ciò non toglie che vi siano ulteriori valide alternative. Un esempio è la combinazione di erlotinib e gemcitabina, come anche di capecitabina ed oxaliplatino.

La capecitabina e l'oxaliplatino in particolare trovano impiego in numerose neoplasie del tratto gastroenterico con buoni risultati. Da non dimenticare la possibilità di impiegare bevacizumab (inibitore dell'angiogenesi, cioè della formazione di nuovi vasi sanguigni nel tumore, la cui efficacia è comunque ancora in corso di validazione certa per questa neoplasia) e di cetuximab qualora il tumore esprima EGFR 3+ e/o k-ras wild type.

Le neoplasie pancreatiche sovente poi esprimono una componente neuroendocrina e pertanto il dosaggio plasmatico della cromogranina A (CgA) od un octreoscan (metodica radiologica) possono ben indirizzare verso l'aggiunta alla chemioterapia prescelta di octreotide o del suo analogo lanreotide.

La radioterapia locoregionale adiuvante, come anche l'ipertermia, offrono una ulteriore possibilità di sinergia nella lotta ad una assai temibile neoplasia.

Prof. Carlo Pastore

Linfonodi: quello che c'è da sapere

linfonodiSpesso il Paziente giunge in ambulatorio allarmato dalla presenza di linfonodi rilevati con le varie metodiche di imaging radiologico. Talvolta in maniera motivata altre volte no. Non sempre un linfonodo che viene rilevato ha delle caratteristiche patologiche.

I linfonodi sono naturalmente presenti nell'organismo in gran numero e variabile rispetto alla sede corporea che si prende in esame.

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