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ARGOMENTO:

adenocarcinoma pT3N1cG4 10 Anni 7 Mesi fa #1704

  • PI
  • Avatar di PI Autore della discussione
Mio padre di 70 anni , ha subito un intervento di resezione sigmoidorettale per adenocarcinoma pT3N1cG4,il 29/5/2012 e poi sottoposto a CTO adiuvante con Xerox per 8cicli fino al 12/12/2012 . La TC pre chemio evidenziava un micronudulo al lobo medio polmonare ,e addome negativo. Alla rivalutazione dopoCT,la TC e PET del7/2/2013 evidenziano nel lobo medio una formazione nodulare di 5 mm e altri 2 noduli nel lobo medio e nella piramide basale del lobo inferiore , di dimensione minore a un 1 cm ; concomitano bilateralmente alcuni micro noduli .-mentre nel V e VI segmentò epatico si osservano 2 lesioni focali delle dimensioni max. di 3cm.
la ricerca del K-ras evidenzia mutazione del codone 13.
Viene quindi sottoposto a nuova CTO dal 13/03/2013 con FOLFIRI+avastin .
Ora dopo l'ottavo dei 12 cicli previsti,alla rivalutazione dopo la TAC del 31/07/2013 si riscontra un lieve aumento numerico e dimensionale delle lesioni secondarie al polmone del diam. max. di 7mm;mentre a carico del parenchima epatico riduzione dimensionale di una delle 2 . Lesioni con lieve aumento della seconda con diam. Di 35mm.
A questo puntosi sente disorientato e sconfortato.....è per questo vorrei sentire un vs parere .


Grazie

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re: adenocarcinoma pT3N1cG4 10 Anni 7 Mesi fa #1705

Gentile Utente,

le terapie impostate risultano adeguate alla condizione clinica descritta. La non responsività o la responsività non uniforme è figlia di una delle caratteristiche principali delle masse tumorali: la non eterogeneità. Cerco di spiegarmi meglio: all'interno di una massa neoplastica convivono varie popolazioni cellulari con caratteristiche non omogenee anche per quanto riguarda la responsività ai trattamenti. Così i trattamenti farmacologici passano tra le cellule malate portando via le cellule sensibili e residuando quelle resistenti che proseguono la loro marcia di crescita. In generale un approccio multimodale serve per limitare il fenomeno e cercare di portar via più massa malata possibile pur nella serietà della situazione descritta. Nella condizione specifica si potrebbe modificare lo schema di chemioterapia ponendo in essere farmaci che non siano stati impiegati in precedenza coadiuvati da un trattamento in ipertermia locoregionale e da una energica terapia di supporto e di immunomodulazione. Il tutto deve essere impostato valutando le condizioni generali, gli esami ematochimici ed appunto quanto già eseguito in precedenza. A livello epatico si può anche eseguire una valutazione in radiologia interventistica per una eventuale embolizzazione selettiva delle lesioni. Il tutto allo scopo di far stare il Paziente il meglio possibile, il più a lungo possibile.

Cari saluti

Dr. Carlo Pastore, oncologo - www.ipertermiaitalia.it

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