Le neoplasie prostatiche

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Le neoplasie prostatiche

I tumori della prostata rappresentano delle neoplasie piuttosto frequenti nell’età avanzata.
Diagnosi precoce può essere posta anche con la semplice valutazione del PSA dosabile con un banale prelievo di sangue. Questo è uno dei pochi casi in cui un marcatore tumorale può avere un valore diagnostico.
Dopo aver rilevato la presenza della patologia si può seguire la via chirurgica, la via della radioterapia o dell’ormonoterapia. Infatti le cellule che costituiscono tale neoplasia risultano fortemente ormonosensibili e dipendenti dalla presenza degli ormoni sessuali maschili per la loro crescita.
Il blocco androgenico totale costituisce una buona arma nel controllo di malattia. Dopo un tempo variabile di terapia ormonale però invariabilmente compaiono dei cloni cellulari resistenti che risultano svincolati dalla terapia stessa. E’ quindi in quel momento opportuno intraprendere una chemioterapia. Il farmaco più efficace risulta senza dubbio il docetaxel (con schedula settimanale o trisettimanale).
Spesso è anche utile dosare la cromogranina A nel plasma od eseguire un octreoscan poiché facilmente si può riscontrare nel tumore una componente neuroendocrina sensibile a trattamento addizionale con octreotide. Il tumore della prostata metastatizza frequentemente allo scheletro e le lesioni ossee possono essere molto dolorose.
Si può quindi aggiungere una terapia con acido zoledronico che ha il compito di limitare l’assorbimento osseo localmente ed inibire in modo specifico la crescita tumorale nell’osso. Nelle sedi di maggiore dolorabilità è poi utile abbinare l’ipertermia e la radioterapia. Si raggiunge così un buon controllo del dolore.

Dr. Carlo Pastore